Siamo al cospetto del nuovo presidente degli Stati Uniti. Soddisfatti o meno, è stata dura non prendere posizione durante la campagna elettorale più mediatica della storia. Naturalmente più si è estroversi meno si riesce ad astenersi da un sano “tifo” casereccio e a Napoli, per esempio, dopo la pizza Lavezzi già imperversa quella Obama, ideata in pieno clima elettorale da Carmine Mauro dell’Associazione Pizzaioli Napoletani. Ma la città non è nuova a questo tipo di creatività: nel tempio della pizza che sorge nella più antica via della città, via dei Tribunali (decumano maggiore), la pizza aveva già acquisito una veste per così dire “presidenziale”…Nella lontana era Clinton, infatti, proprio Bill si trovava a passeggio nel cuore di Napoli quando il caso lo portò ad assaggiare una tipica margherita d’asporto – o “a libretto” come vuole la tradizione – presso la celebre Pizzeria Friggitoria Di Matteo…
Dal 1936 fino ai giorni nostri, due generazioni si sono avvicendate nella gestione di questa attività che ha mantenuto inalterati l’aspetto e lo spirito originari. La fila in strada per comprare pizze e fritti al banco, così come il forno a legna e la grande pentola colma d’olio dove si frigge praticamente di tutto, restano simboli di una tradizione culinaria che non vuol saperne di scomparire. Conversando con il proprietario storico, Nicola Di Matteo, figlio di quel Salvatore che diede avvio alla friggitoria, e con un cliente affezionato, i tempi del successo intorno agli anni Cinquanta tornano con estrema facilità e forse solo la suoneria di qualche cellulare può ricordare che via dei Tribunali, nonostante il mercato che invade la strada e gli splendidi contorni storici, non è più quella degli inizi.
Signor Di Matteo, la sua pizzeria ora in gestione agli uomini che da sempre lavorano con lei, è un locale storico dove i napoletani vengono a consumare una delle più antiche pizze fritte di Napoli. Cos’è cambiato dal 1949 quando iniziò a lavorare con suo padre a soli sei anni?
– “Ero un ragazzino e da allora non ho più smesso di lavorare qui. Siamo nati come friggitoria, facevamo essenzialmente pesce fritto, la “mazzanna” (fritto misto) e alici fritte. Una porzione costava 30 lire. Col tempo iniziammo anche a friggere palline di pasta di pizza condite con pomodoro e formaggio, fiori di zucca e melanzane, arancini e supplì. La pizza al forno l’abbiamo introdotta esattamente il 19 settembre del 1965, giorno di San Gennaro”.
Questo posto è famoso per una specialità tipicamente napoletana, la pizza fritta. Qual è la ricetta autentica?
-“Il segreto è nell’olio. Deve essere di arachide o di girasole, in quantità abbondante e bollente ma non deve superare i 220 gradi. Va cambiato spesso in modo che la frittura non risulti né grassa né pesante. Per la farcitura ci si può sbizzarrire. La nostra ricetta prevede ricotta, pomodoro, provola e “ciccioli” (pezzetti di carne di maiale), ma viene molto bene anche con i “friarielli” (broccoletti napoletani)”.
Qui lavorano una ventina di persone per un totale di 150 posti a sedere, senza contare quindi le persone che sono in fila per strada ed acquistano direttamente al bancone le celebri margherite da asporto che tanto piacquero a Bill Clinton quando venne a farvi visita. In un locale che ha raddoppiato la sua capienza, la pizza sembra essere l’unica cosa che negli anni è rimasta la stessa…
-“Se considera che inizialmente facevamo solo margherite marinare e calzoni mentre oggi abbiamo più di 30 tipi diversi, la pizza è cambiata. Ma è la gente ad essere divenuta più esigente, la pizza resta una bontà estremamente semplice”.
Incline alla citazione dialettale, ma preciso e con una memoria invidiabile, Nicola Di Matteo ondeggia tra le circa 800 pizze che vengon sfornate ogni giorno con la sicurezza del padrone di casa. E con la consapevolezza, potremmo aggiungere, di aver offerto con estrema cura per più di cinquant’anni un servizio di qualità e calore.
Antica Pizzeria e Friggitoria Di Matteo
Tel:081-45.52.62.
www.pizzeriadimatteo.it
[i.m.]
Nessun commento presente