Come molto chiaramente denuncia il collega Pasquale D’Alessio che personalmente non conosco, le situazioni lavorative all’estero sarebbero solo ridicole se non riguarderebbero le persone e la loro dignità.
Tralasciando uso di ingredienti e menu che con l’Italia non hanno nulla da spartirci. I metodi lavorativi che pur essendo incomprensibili a cui i pizzaioli con umiltà e volontà accettano nonostante siano frustranti. Si accollano ore di lavoro in cui allo stesso tempo devi fare la preparazione e nel contempo servire il tutto in solitaria. Gli stipendi che nei vari stati europei sono stabiliti con precisione dai governi locali, sono ignorati e si ritrova con costi di vita eccessivi rispetto alla zona dove si va a lavorare senza nemmeno poi poter aiutare la famiglia.
A tutto ciò la tristezza ci vedere la bandiera italiani su questi che vendono accozzaglie a cui si danno nomi di piatti italiani e dove i datori di lavoro quando sono italiani non sanno nulla di ingredienti o farine o metodiche per ritrovarsi in locali pseudo italiani dove cucinano portoghesi che non sono mai stati in Italia e proprietari extracomunitari.
Ma le associazioni di categoria come anche agricoltori e produttori italiani che cazzo aspettano???
Questo è un danno economico per tutti gli italiani.
Per l’export e i posti di lavoro!!!