50 Top Pizza sotto accusa: una diffida legale solleva dubbi su trasparenza e credibilità

In discussione la credibilità e la trasparenza del progetto, accusandolo di pratiche ingannevoli e di pubblicità occulta.

Un gruppo di pizzaioli italiani ha ammonito gli organizzatori della guida 50 Top Pizza, una delle classifiche più influenti nel mondo della pizza.

Attilio Albachiara il pizzaiolo che insieme ad alcuni suoi colleghi ha diffidato i responsabili di 50 Top Pizza

Attilio Albachiara il pizzaiolo che insieme ad alcuni suoi colleghi ha diffidato i responsabili di 50 Top Pizza

L’atto atto formale e stragiudiziale, inviato dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, mette in discussione la credibilità e la trasparenza del progetto, accusandolo di pratiche ingannevoli e di pubblicità occulta.

La diffida, presentata per conto di alcuni pizzaioli tra cui Attilio Albachiara, Giuseppe Vesi e Roberto Esposito, contesta in modo netto la metodologia di valutazione della guida, che si presenta come un “ranking oggettivo, completo e universale”.

50 top pizza

Visite gonfiate e pratiche ingannevoli

Il punto centrale della diffida riguarda il numero di ispezioni. Sebbene la guida pubblicizzi ben “100.000 visite annue”, gli avvocati sostengono che in realtà le visite effettive si fermerebbero a circa 600-700 l’anno. Un numero che rappresenta appena il 2% delle oltre 34.800 pizzerie presenti in Italia.

Pizzaioli artefici della diffida a 50 Top pizza

Questa discrepanza, secondo la diffida, indurrebbe in errore consumatori, sponsor e media, configurando una pratica commerciale ingannevole. La guida, pur non fornendo alcuna trasparenza sui criteri di selezione e sull’identità degli ispettori, continua a presentarsi come un punto di riferimento completo.

Conflitti di interesse e danni reputazionali

La diffida solleva inoltre seri dubbi su presunti conflitti di interesse. Viene segnalato in particolare il ruolo di Luciano Pignataro, curatore e, dal 2024, socio del progetto, che continua a pubblicare articoli giornalistici che promuovono la guida come “informazione neutra”. Questo, unito alla forte concentrazione di premi assegnati a pizzerie gestite da specifiche agenzie di comunicazione, crea un quadro che mina ulteriormente la credibilità della classifica.

Queste pratiche non solo danneggerebbero l’immagine di un intero settore, ma creerebbero anche un grave danno economico e reputazionale a migliaia di pizzaioli che non rientrano nella classifica.

Le richieste degli avvocati

Per fermare queste presunte pratiche scorrette, gli avvocati hanno diffidato gli organizzatori a:

Cessare l’utilizzo del marchio “50 Top Pizza” nella sua forma attuale.

Pubblicare una rettifica chiara e trasparente sui veri criteri di selezione, sul numero reale di pizzerie visitate e sull’identità degli ispettori.

Sospendere o modificare la premiazione prevista per l’8 settembre a Napoli.

Nel caso in cui gli organizzatori non dovessero rispondere alle richieste, i pizzaioli si riservano il diritto di intraprendere ulteriori azioni legali per i danni già subiti. Questa vicenda apre un dibattito fondamentale sul futuro delle classifiche gastronomiche e sulla necessità di una maggiore trasparenza.

“La giustizia sarà a sentenziare in verità”: i commenti online supportano la battaglia contro 50 Top Pizza

La notizia della diffida legale inviata dagli avvocati Pisani a “50 Top Pizza” ha scatenato un’ondata di reazioni online, in gran parte a sostegno dei pizzaioli che hanno avviato l’azione legale.

Sulla pagina di Attilio Albachiara, uno dei promotori della diffida, si è aperto un dibattito acceso che riflette il malcontento del settore.

Numerosi commentatori, dei quali per motivi di privacy omettiamo i cognomi, lodano il coraggio e l’impegno di chi ha deciso di agire.

50 Top Pizza diffidata 1

Gianluigi P, ad esempio, si complimenta con i pizzaioli per la loro iniziativa, definendo “becera, arrogante ed irrispettosa” la reazione di “50 Top Pizza”. Secondo lui, i pizzaioli premiati che continuano a supportare la classifica sono “co-responsabili” di una situazione che non risponde alla realtà.

Il tema della meritocrazia è un punto ricorrente. Mario S augura ad Albachiara di “dare giustizia alla meritocrazia”, suggerendo che i vincitori della classifica potrebbero ora sentirsi “dei falliti”. Similmente, Francesco M sottolinea che “i veri pizzaioli non sono quelli che si comprano i premi” e che la qualità non è sempre legata a un “NOME”.

Altri commentatori si concentrano sulla credibilità del settore, sollevando dubbi anche su altre competizioni. Badr B. plaude all’iniziativa e allarga la critica ai “campionati del mondo” che, a suo dire, “sfornano campioni perché devono vendere farina in Francia”.

C’è chi esprime la frustrazione per la rappresentazione distorta della pizza napoletana. Attilio V commenta amaramente che la classifica “sembra che a Napoli non sappiano fare più pizze”, mentre Luigi A tocca il tema delicato degli sponsor, definendoli il “fatturato della pizzeria”. Secondo Ambruosi, senza il supporto degli sponsor “resti un anonimo uno dei tanti”, e per questo è difficile fermare il sistema.

Tra i tanti commenti di supporto, alcuni sono brevi e concisi, ma ugualmente significativi, come quelli di Saverio S (“sacrosanta verità”), A (“STop 50 Pizza”), e Alessio P (“Non fa una piega tutto quello che dici”). La sintesi di questo malcontento è forse catturata da Alessio S, che con una metafora efficace dice che “si sta aprendo il baule in soffitta pieno di polvere”.

Abbiamo contattato il pizzaiolo Attilio Albachiara che alle domande “cosa vi ha spinto a presentare la diffida?”, “Qual è il tuo auspicio?” Quali anomalie avete riscontrato lei e i suoi colleghi?”, ha chiarito che il suo obiettivo è far si che 50 Top Pizza sia classificata e riconosciuta come Guida alle pizzerie” e non come la Classifica delle migliori pizzerie“.

Prima di congedarsi, Attilio Albachiara ha esposto un’altra questione riguardante la credibilità della classifica: infatti a suo dire nella categoria “Migliori Fritti” è stata premiata una pizzeria che non ha mai proposto la frittura nel proprio menù

Questa clamorosa anomalia ha spinto il titolare della pizzeria erroneamente premiata a un gesto forte e inequivocabile. In un post pubblicato su Facebook, ( vedi screenshot) ha annunciato la sua dissociazione dall’iniziativa e ha chiesto di poter restituire il premio.

rinucia premio 50 top pizza

“Per dovere di cronaca ti informiamo che abbiamo chiesto di restituire il premio subito dopo la cerimonia, ben prima dell’ammissione dell’errore da parte di 50 Top. Da parte nostra non c’é nessuna voglia di farci pubblicità su un premio che non ci rappresenta.

Ti alleghiamo la nostra comunicazione ufficiale ripresa da più testate.”

L’episodio è diventato virale e potrebbe rappresentare un autogol pesantissimo per gli organizzatori di 50 Pizza Top. L’assegnazione di un riconoscimento a un’attività che per scelta non propone il prodotto premiato solleva dubbi legittimi sulla serietà delle valutazioni, sulla metodologia di selezione e sulla preparazione degli ispettori. Il gesto di “Bob Alchimia a Spicchi” non solo convalida le accuse dei pizzaioli che hanno sporto la diffida, ma dà un ulteriore segnale che qualcosa nel sistema delle classifiche non funziona.

Ecco il comunicato stampa integrale con cui i diretti interessati hanno dato notizia dell’azione intrapresa nei confronti degli organizzatori di 50 Top Pizza:

Napoli, 2 settembre 2025

Gli avvocati Angelo e Sergio Pisani dello Studio Legale Avvocati Pisani, per conto di un gruppo di pizzaioli italiani, tra cui Attilio Albachiara, Giuseppe Vesi e Roberto Esposito, hanno inviato una diffida legale agli organizzatori della guida “50 Top Pizza”. La diffida, indirizzata a Luciano Pignataro, Barbara Guerra e Albert Sapere, contesta le modalità ingannevoli e le pratiche scorrette con cui viene redatta e promossa la classifica.

L’accusa principale riguarda la grave sproporzione tra il numero di pizzerie effettivamente visitate e il modo in cui la classifica viene presentata al pubblico. Nonostante la guida sia pubblicizzata come una valutazione completa delle migliori pizzerie italiane, basata su presunte “100.000 visite annue,” si è scoperto che in realtà le visite effettive ammontano a sole 600-700 l’anno. Questo numero rappresenta appena il 2% delle oltre 34.800 pizzerie con tavoli censite in Italia.

La guida “50 Top Pizza” è presentata come un “ranking oggettivo, completo e universale” che, secondo la diffida, induce in errore consumatori, sponsor e media. Questa rappresentazione, priva di adeguata trasparenza, configura una pratica commerciale ingannevole e una pubblicità occulta, arrecando un grave danno economico e reputazionale a migliaia di pizzaioli.

Il documento legale denuncia anche presunti premi incoerenti e forti concentrazioni di riconoscimenti a pizzerie seguite da specifiche agenzie di comunicazione. Viene inoltre sollevato un evidente conflitto di interessi per Luciano Pignataro, che partecipa direttamente alla guida come curatore e, dal 2024, come socio, pur pubblicando articoli giornalistici che presentano il progetto come “informazione neutra”.

Per queste ragioni, gli avvocati diffidano gli organizzatori di “50 Top Pizza” a:
Cessare immediatamente l’utilizzo del marchio nella sua forma attuale.
Pubblicare una rettifica che illustri in modo trasparente i veri criteri di selezione, il numero di pizzerie visitate e l’identità degli ispettori.
Sospendere o modificare radicalmente l’organizzazione della premiazione prevista per l’8 settembre 2025 a Napoli.
I pizzaioli si riservano di agire in ogni sede giudiziaria per i danni già causati, qualora gli organizzatori non si adeguino prontamente alle richieste.

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