Mozzarella di bufala campana: scatta l’allarme diossina. Governo: allarme immotivato, no a psicosi e da Tokyo nessun bando delle importazioni.

Persi in 2 mesi 30 mln di euro. Chiusi alcuni allevamenti in Campania, oltre 100 gli indagati, e le prime analisi rilevano che la presenza della diossina non è legata all'emergenza rifiuti.


Nessun ‘allarme mozzarella’ in Giappone né alcun tipo di bando formale delle importazioni, ma solo un fermo cautelativo della merce presente nelle dogane in attesa dei risultati delle analisi sulla presunta contaminazione da diossina del noto prodotto made in Italy. A riferirlo sono fonti dell’ambasciata d’Italia a Tokyo, secondo cui al momento sono da escludere provvedimenti di sequestro da parte delle autorità sanitarie nipponiche.

La decisione, che interessa tutta la merce giunta in Giappone da venerdì scorso, è scattata sulla scia del blocco delle importazioni appena decretato-dalla vicina Corea del Sud, che negli scorsi giorni ha proibito ( ma anche qui le notizie sono amibigue) l’importazione di mozzarelle di bufala italiane dopo aver registrato, nell’analisi di alcuni campioni, una contaminazione da diossina.

Secondo il comandante dei Nas, Saverio Cotticelli “Non c’e’ nessun bando” da parte dei Paesi asiatici, e neanche dalla Corea del Sud, rispetto all’import di mozzarella di bufala campana: “e non ci risulta che quantitativi di mozzarella siano fermi alla dogana in Giappone”. Per Cotticelli si tratta infatti di una “bolla mediatica” e di un “allarme esagerato”.

Ma intanto la notizia di un possibile blocco da parte di Tokyo ha messo in allarme il Consorzio di Tutela del prodotto. Nei mesi di gennaio e febbraio 2008 si sarebbe registrata una contrazione del 30% delle vendite della mozzarella di bufola – fatto sapere -, rispetto allo stesso periodo del 2007, tra mercato interno ed export, per un valore stimato in 30 milioni di euro.

Le ragioni del calo risiedono nella diffusione di notizie che si sono susseguite negli ultimi mesi relative all’emergenza rifiuti in Campania, alle quali si aggiungono in questi giorni quelle sugli allevamenti posti sotto sequestro per contaminazione da diossina. I danni di questo secondo allarme, secondo il Consorzio, si vedranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, “il nostro auspicio è che la situazione si risolva al più presto, poiché i mesi primaverili ed estivi, coincidono normalmente con un aumento della domanda di mozzarella di bufala”.

Il settore della mozzarella di bufala campana Dop ha un fatturato annuo che si aggira intorno ai 300 milioni di euro, al Consorzio di Tutela aderiscono 131 caseifici, “per i quali non esistono allarmi – fa sapere il Consorzio – poiché tutti i valori relativi ai nostri aderenti, sono entro la norma”.

Si è partiti da un’indagine sui clan del casertano per arrivare al sequestro di caseifici e allevamenti, dopo la scoperta di diossina in valori superiori alla soglia consentita dalla legge. L’attenzione è concentrata in particolare su 83 aziende che hanno rifornito di latte 29 caseifici nei quali è stata evidenziata la presenza anomala di diossina.

I primi risultati sull’eventuale presenza di sostanze tossiche nella mozzarella resi disponibili dal Ministero della Salute sono stati trasmessi alla Commissione Ue. Lo ha detto il portavoce della Rappresentanza Italiana presso l’Unione europea, Manuel Jacoangeli, interpellato dall’ANSA. Il diplomatico ha aggiunto che “i risultati evidenziano alcune positività alla diossina, peraltro molto limitate”.
La diossina rilevata nei campioni di latte non è da collegarsi all’emergenza rifiuti ed ai roghi di immondizia verificatisi in Campania. Possibili cause, rilevano gli esperti, la combustione di rifiuti industriali agricoli ma anche, ha detto Patta, la possibile contaminazione da partite di latte estere illegali.

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