In concomitanza con l’avvio dell’ edizione 2008 di Vinitaly di Verona scoppia il caso ” Velenitaly “.
Concimi, sostanze cancerogene, acqua, zucchero, acido muriatico e un quinto di mosto: questo il ‘cocktail al veleno’ con cui sono stati prodotti 70 milioni di litri di vino a basso costo, venduti in tutta Italia. E’ quello che viene definito ‘Velenitaly’, lo scandalo enologico e sanitario raccontato in uno speciale che uscirà domani su L’Espresso.
L’articolo illustra un sistema industriale di contraffazione che parte dalla criminalità organizzata per alimentare le grandi cantine: le aziende coinvolte nello scandalo, racconta , sono già 20 di cui otto al Nord e il resto sparso tra Puglia e Sicilia. Ma l’indagine è tutt’ora in corso e, scrive L’Espresso, “assume una dimensione di alto impatto per l’economia italiana, con il rischio di un danno d’immagine ben più grave di quello provocato dall’allarme sulla bufala”. Inoltre, nonostante i sequestri, molte delle bottiglie sotto inchiesta sarebbero tutt’ora “pericolosamente in commercio”.
Brunello, sequestro Castello Banfi
Provvedimento riguarda 600mila bottiglie e 10 vitigni
L’annata 2003 del brunello di Montalcino di Castello Banfi,600 mila bottiglie,e 10 vitigni sono stati sequestrati dalla magistratura senese. L’ipotesi e’ quella di frode in commercio. La notizia, anticipata questa mattina dal ‘Corriere Fiorentino’, e’ stata confermata dall’ad dell’azienda, Enrico Viglierchio, destinatario, insieme ad un altro manager della societa’, Remo Grassi, di un avviso di garanzia.
Per concludere:
Il celebre vino fatto con altre uve. Il Chianti allungato con rosso d’Abruzzo. Il Passito sotto processo. L’olio tunisino spacciato per italiano. E l’aceto di Modena che nasce ad Afragola,vicino Napoli. Così viene distrutta la credibilità dei prodotti più prestigiosi
La grande truffa dei marchi made in Italy non riguarda solo le devastanti sofisticazioni che danneggiano la salute, ma anche la presunta qualità dei brand più prestigiosi del nostro mercato agroalimentare.
Gli ultimi dati del ministero delle Politiche agricole sono sconfortanti: l’8,5 per cento dei campioni analizzati in vari settori sono ‘irregolari’, frutto cioè di alterazioni e sofisticazioni di ogni genere. Il picco negativo è nell’ortofrutta: un prodotto su tre viola la legge.
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